Google sfida Amazon e sperimenta la consegna con i droni

Google sfida Amazon e sperimenta la consegna con i droni

Pochi mesi fa fu il gigante dell’ecommerce Amazon a sorprendere il web con il video di Amazon Prime Air, il servizio di consegna a domicilio via drone.

The goal of this new delivery system is to get packages into customers’ hands in 30 minutes or less using unmanned aerial vehicles – Amazon

 

Il tutto, dopo la sorpresa iniziale, sembrò solo una bella trovata di marketing proprio sotto il periodo natalizio, anziché un progetto realizzabile nel prossimo futuro.

Nonostante l’eloquente video, iniziarono a sollevarsi i primi dubbi riguardo ad un sistema di consegna attraverso droni. Oltre agli evidenti problemi logistici, dovuti alla limitata autonomia dei velivoli, in molti si immaginiamo un improbabile futuro fatto da una miriade di oggetti volanti che infestano i nostri cieli. Uno scenario decisamente futuristico alla Blade Runner.

Altri, addirittura, immaginano una nuova generazioni di cacciatori o pirati di droni, pronti ad abbattere i robot volanti per rubarne la refurtiva. (Scenario plausibile :-))

Insomma, sono passati diversi mesi e sul sito di Amazon Prime Air, si può constatare quanto seriamente il gigante del web stia considerando questo progetto tanto da reclutare personale, per portare Prime Air da una fase sperimentale ad una operativa nel breve periodo.

I droni sono già una realtà. Vengono utilizzati a scopo cinematografico, ludico ed esplorativo, per effettuare valutazioni strutturali di edifici o sorprendenti scene cinematografiche.

Nell’intrattenimento l’utilizzo di droni è diffuso per girare documentari e sorprendenti scene panoramiche in zone poco accessibili. Uno dei modelli più conosciuti è il DJI Phantom. Un drone facile da usare e dal costo contenuto.

Che sia Amazon a lanciare il trend dei droni a fini commerciali potrebbe già bastare ad immaginare un futuro fatto di macchine volanti ma, quando entra in campo anche Google e Facebook, bè allora potrebbe non essere più una semplice immaginazione.

GoogleX, la divisione che segue progetti speciali di Google, ha infatti annunciato il suo programma di consegna con i droni. La sperimentazione sembra riguardare principalmente la consegna di cibo in zone rurali difficili da raggiungere via terra, accorciando drasticamente i tempi di attesa per le consegne. Nello specifico, l’esperimento diffuso da Google, è stato condotto in Australia per consegnare cibo per cani.

Google precisa che il servizio non sarà diffuso nel breve periodo in quanto, evidentemente, solo un esperimento. Non è la prima volta che Google si lancia in progetti sperimentali per diversificare il proprio business. Dalle macchine che si guidano da sole ad i Glass, il gigante californiano sta cercando di diversificare i propri introiti che, ad oggi, provengono quasi esclusivamente dalla pubblicità. I droni potrebbero essere per Google un valore aggiunto da offrire ai propri utenti.

Google-Wing-3

Google ha inoltre recentemente ampliato la sua offerta, attraverso la consegna di prodotti in giornata. Con Wallet, il sistema di pagamenti, sta poi cercando di  seguire tutto il processo di acquisto online che parte dal Play Store e arriva alla consegna a domicilio. Magari attraverso i droni appunto.

google consegna droni

Ma nel mondo della tecnologia innovare vuol dire anche sopravvivere e spesso il marketing è la vera ragione dietro queste iniziative. Potrebbe o no diventare un giorno la quotidianità ma ad oggi, è solo un’affascinante iniziativa.

A differenza dei regolari droni, a quattro e otto eliche, quelli di Google presentano propulsori verticali per poi viaggiare in posizione orizzontale consentendo una velocità maggiore (UAVs)

We’re only just beginning to develop the technology to make a safe delivery system possible, but we think that there’s tremendous potential to transport goods more quickly, safely and efficiently- GoogleX Team

Insomma siate pronti a ricevere i vostri ordini online direttamente sul balcone entro 30 minuti, ma anche a pagare un’assicurazione supplementare sull’ordine durante il tragitto, in caso di arrembaggio di “pirati”, non rimborsabile da Amazon o Google 🙂