Creare un blog in inglese: pro, contro e numeri
Eccoci! E’ da un sacco di tempo che non scrivo più in italiano su TheWebMate e riprendere a farlo fa un bell’effetto. Da quando ho iniziato questo blog nel 2013 ho sempre pensato che prima o poi avrei dovuto creare un blog in inglese e così poi è stato.
Invece di partire da zero, decisi di iniziare a scrivere qui i nuovi contenuti in inglese, lasciando quelli esistenti in italiano. Le uniche sezioni ritradotte sono state in seguito “contact”, “about” e successivamente “services”.
Dopo un anno posso tirare le somme e raccontare cosa vuol dire veramente creare un blog in inglese e scrivere in una lingua diversa dalla tua. Sfatiamo subito un mito: non serve essere madrelingua per avere un pubblico interessato in quello che dici. Ma non è così semplice.
Andiamo con ordine.
The book is on the table
Partiamo dall’inizio. Nel 2013 creo TheWebMate, blog di notizie, tecnologia e tutto quello che mi gira in testa in merito ad innovazione e startup. L’idea era quella di creare contenuti per un pubblico di riferimento e fare lead generation (o acquisizione di nuovi clienti all’italiana). Ero da poco tornato da New York e volevo creare un pubblico italiano interessato a far crescere il proprio business online o internazionalizzare la propria azienda. Magari espandendosi in USA.
Insomma trattavo temi dal marketing online, mobile marketing, innovazione e startup. Un bel mistone ma un nicchia decisamente ancora abbordabile in Italia. Sono passati solo due anni ma la situazione ora è diversa.
Nel giro di pochi mesi dalla creazione, il blog sfiora già il migliaio di visitatori al giorno ed inizio a entrare nel giro dei “solito noti” italiani. Nel Novembre 2013, dopo circa 6 mesi dalla sua creazione, il blog tocca l’esaltante picco di 1,736 visite in un solo giorno ed inizio a sperimentare nuovi approcci di monetizzazione.
Ripeto, la media giornaliera ancora era stabile sotto il migliaio di visite giornaliere.
The American dream
Attorno a Febbraio del 2014 inizio a pensare che è ora di rendere il sito internazionale e, per via dei miei rapporti lavorativi con gli USA, decido che è arrivato il momento di creare un blog in inglese. O meglio, iniziare a scrivere in inglese su TheWebMate.com
La mia idea di base era: la lingua del web è l’inglese, perché limitare il mio mercato con una lingua parlata solo da 60 milioni di persone, circa la metà connessi ad internet, e non puntare su un potenziale pubblico di 3 miliardi di utenti internet and counting?
E così è stato. Inizio a scrivere in inglese, con non poche difficoltà inizialmente, seppur parli abbastanza bene l’inglese. Come potete immaginare scrivere in inglese è ben diverso che parlarlo e riuscire ad avere una grammatica decente unita ad un senso logico non è così semplice.
Learn and learn again
Parte integrante del processo verso “La conquista del web” è stato:
- Leggere quanti più post possibile in inglese
- Leggere quanti più libri possibile in inglese
- Guardare film, serie tv e programmi televisivi in lingua
- Parlare con madrelingua e comunicare in qualsiasi modo possibile in inglese.
Tutto ciò unito alla pratica, scrivendo e rileggendo i post. Ovviamente non è possibile raggiungere la perfezione in breve tempo ma è stato sufficiente per iniziare a scrivere post sensati con un minimo di credibilità.
Creare un blog in inglese e in italiano: le differenze
Come ben sapete, se è vero da una parte che scrivere in inglese spalanca le porte al mondo, dall’altra ci espone ad una competizione pazzesca, fatta di centinaia, migliaia di blog simili al nostro, creati da anni e con un pubblico consolidato.
Questo teoricamente va anche ricalcolato sul numero di potenziali lettori. 3 miliardi di utenti internet sono una marea ma ovviamente non tutti leggono in inglese. Fatto sta che il mercato c’è eccome, ancora meglio se puntate una nicchia, ma questo lo vedremo dopo.
In italiano la situazione è apparentemente molto più semplice. Il numero di siti sono limitati, la concorrenza anche, ma il numero di utenti internet e potenziali lettori cala drasticamente.
In Italia circa il 58% della popolazione ha un accesso più o meno costante ad internet, il che significa che circa la metà potrà leggere quello che scriviamo.
Un altro fattore da considerare è la saturazione: qualche anno fa i blog italiani erano molti di meno ed oggi aprire un blog è diventato molto di moda. Un po’ per via della disoccupazione, un po’ per il sogno della Silicon Valley, molti italiani oggi aprono un blog o un’attività online. Certo, la maggior parte non durano molto e non vengono lanciati con la strategia giusta.
Il problema è che i blog sulle stessa tematiche aumentano esponenzialmente ed il numero di lettori non è direttamente proporzionale a questa crescita.
Mi spiego meglio.
Mentre con un blog in inglese avremo molta competizione ma altrettanti nuovi potenziali lettori in costante crescita, in Italia, scrivendo in italiano, avremo sempre più concorrenza ma in proporzione meno nuovi lettori.
Nuovi mercati come il Kenya, India e Sudafrica stanno esplodendo online, e centinaia di migliaia di nuovi lettori ogni mese ricercano informazioni online. In inglese.
Questione di business
Ovviamente non è tutto oro quello che luccica. Questi discorsi sono sempre fatti in linea generale. Bisogna considerare il perché stiamo creando un blog e quale sia il nostro obiettivo.
Se il nostro lavoro prevede la ricerca di clienti in Italia ed il nostro mercato è unicamente quello italiano, potrebbe risultare inutile concentrarsi su un blog in inglese. Diversamente, se offriamo prodotti e servizi in Italia ma rivolti all’estero, l’inglese sarà la direzione migliore.
Se siamo in grado di offrire consulenze in inglese e condividere le nostre esperienze in una lingua che non è la nostra l’unico ostacolo sarà rappresentato dall’impegno che dovremo metterci a per scrivere dei contenuti in inglese.
Insomma anche la propria nicchia gioca un ruolo importante, e questo solo tu lo puoi definire. Nel mio caso ho sempre puntato ad una scalabilità nel progetto anche se per farlo ho dovuto sempre più fare affidamento sulla newsletter che sui motori di ricerca.
Ma questo rientra tra i pro ed i contro. Vediamoli
Creare un blog in inglese: i pro e i contro
Definito il vostro obiettivo e chi sono i tuoi clienti ed il tuo pubblico, vediamo ora quali sono i pro ed i contro nel creare un blog in inglese. Li elencherò in una lista in modo da facilitarti la lettura. Questi ovviamente sono le mie considerazioni fatte dopo oltre un anno di blogging in inglese
Pro
- Pubblico potenzialmente illimitato e in fortissima crescita
- Confronto con testate internazionali ed esposizione mediatica
- Possibilità di collaborazioni con società straniere
- Operazioni d co-marketing con startup, siti o società presenti all’estero
- Confronto con un mercato “digitalmente avanzato” e maggiormente predisposto ad alcuni processi
- Maggiore apertura verso acquisti online. E’ il caso di eCommerce o affiliazioni
- Miglioramento delle proprie skills e capacità, sia per quanto riguarda la lingua che come esperienze lavorative
Contro
- Eccessiva competizione, specialmente in alcuni settori
- Difficoltà nell’esprimere uno stile personale di scrittura
- Difficoltà nel posizionarsi sui motori di ricerca anche con long-tail keywords
- Maggiore complessità nel creare un network di professionisti nel settore e “fare rete”
- Target geografico non definito: non essendo una lingua specifica sarà più difficile affermarsi in più Paesi.
Fondamentalmente se avete una buona padronanza della lingua e il vostro pubblico è internazionale, non ci sono dei veri contro per creare o avviare un blog in inglese.
Ovviamente la maggiore difficoltà sarà all’inizio. Il processo di fine-tuning e miglioramento può essere più o meno lungo in base al livello di conoscenza dell’inglese.
Note
Molti dicono che partire da zero con un blog, per di più in inglese, sia di questi tempi un suicidio. Ovviamente lavorare solo sulla SEO lo è. In Italia per me è stato abbastanza semplice all’inizio posizionarmi in prima pagina per alcune keyword con dei buoni contenuti e qualche backlink.
Con un sito in inglese questo non basta. La soluzione su cui sto puntando e investendo maggiormente è la mailing list. Dipendere da algoritmi e social network che ogni giorno cambiano le regole del gioco è troppo rischioso come asset. I contatti mail sono l’investimento più sicuro per un business online.
Un’altra soluzione che molti propongono è la creazione di un sito multilingue. Creare contenuti in lingue diverse sulla stessa pagina o post è penalizzante e i plugin di traduzione fanno ancora pena.
Il problema più grande che ho avuto inizialmente è stato perdere gran parte dei lettori italiani che visitavano il sito. Avendo iniziato in italiano questo lo avevo considerato. Sta di fatto che il motivo per cui molti italiani non leggono blog in inglese non è perché non ne comprendano i contenuti ma per pura pigrizia 🙂
Conclusione e consigli su come avviare un blog
Dopo un anno ed essere passato dall’inglese all’italiano, posso dire che è tutto più difficile ma nel lungo termine ne vale la pena. Il mio traffico non è “esploso” ma la crescita è graduale.
Se con un blog in italiano la crescita è più rapida nel breve periodo ma più lenta nel lungo, con l’inglese si ha spesso il problema opposto. La cosa migliore se stai per partire da zero è iniziare a sperimentare un proprio stile di scrittura e quando è il momento iniziare a postare i vostri contenuti su altri blog più conosciuti (guest post).
L’unica cosa che dovrete fare è creare una pagina o landing page in cui raccoglierete le mail di utenti interessati a ricevere maggiori notizie da voi. Basterà poi linkarla all’interno dei vostri guest post per indirizzare del traffico.
Per fare questo basterà creare un blog con WordPress e utilizzare un plugin come OptimizePress.
Il mio consiglio, se stai pensando di passare ad un blog in inglese, è iniziare a leggere molto in lingua e vedere quanti più film possibile. La pratica è sicuramente la cosa migliore. Potresti iniziare da questo blog 🙂
Trovi centinaia di valide risorse online a tua disposizione. Intanto puoi ricevere gratuitamente la lista di 50+ siti da utilizzare per rimanere aggiornato sul mondo online. La puoi scaricare inserendo la tua mail nel box nella barra qui sotto.
Inoltre sei stai pensando di aprire un blog, visita questa pagina in inglese o questa in italiano . E’ una guida pratica su come creare il tuo blog e alcune cose da tenere in considerazione prima di cominciare.
Cosa ne pensi? Stai pensando di creare un blog in inglese? O se lo stai già facendo, quali sono i risultati che stai ottenendo?
See you!
Ottimo post! E risponde alla domanda che mi ronzava in testa, quindi grazie 🙂
Quando mi sono finalmente decisa a imbarcarmi nell’avventura di scrivere un blog ho iniziato direttamente in inglese perché mi sembrava più logico (parlo di strumenti open source per traduttori), perché il pubblico a cui idealmente mi rivolgo sa sicuramente l’inglese ma potrebbe non sapere l’italiano. Poi mi sono chiesta se fosse stata una pessima scelta visto che sono madrelingua italiana, ma il tuo articolo mi ha tranquillizzata 🙂
In fondo i tuoi consigli per scrivere bene in inglese li ho messi in pratica già da anni ormai 🙂
Grazie ancora!
See you around the web!
Ciao Elisa!
Bene, felice di essere stato utile 🙂
In effetti l’italiano rappresenta un bel vantaggio per chi è madrelingua. Come puoi vedere in questo blog, ho creato una sezione in cui condivido solo post in italiano mentre il resto è in inglese.
In bocca al lupo e a presto!
[…] Scrivono della stessa cosa (da angolature diverse) anche * Riccardo su MySocialWeb –> qui * Stefano su TheWebMate –> qui […]